La parola del Don

La parola del Don

Carissimi;

entro ancora una volta in punta di piedi nelle vostre case assicurandovi la mia presenza e la mia preghiera quotidiana.

Rinascerò, rinascerai! Così titola la nuova canzone del nostro Roby Facchinetti… “ la tempesta che ci travolge ci piega ma non ci spezzerà” – “questi giorni cambieranno i nostri giorni ma questa volta impareremo un po’ di più” – “abbracciati da cieli grandi torneremo a fidarci di Dio”…

Sono alcune parole della canzone che vi invito ad ascoltare e fare vostra.

Il mio messaggio vuole arrivare a credenti e non credenti… siamo sulla stessa barca… è necessario svegliare Colui che sta a poppa e apparentemente dorme… Lui che sgrida il vento e il mare in tempesta e far tornare la quiete… e non importa se magari ci riteniamo credenti “opportunisti o del momento”… tutti attraverso questa esperienza umana siamo chiamati a rinascere… siamo chiamati a desiderare quell’ossigeno che da vita alla nostra spiritualità (che per troppo tempo abbiamo messo in naftalina)… perché senza Dio mi manca il respiro… quel soffio vitale, lo Spirito Santo, che dona a tutti coloro che lo accolgono uno stile e una visione della vita profondamente umana e quindi chiaramente cristiana.

Il Vangelo di questa quinta domenica di quaresima ci racconta di Gesù che si mette a piangere  quando viene a sapere che il suo amico Lazzaro è morto. Dio che piange un amico morto è strano per noi abituati ad attribuire a Dio la causa della morte degli uomini. Che significato può avere il pianto di Gesù sull’amico Lazzaro? Gesù è uomo e soffre come noi. Ma Gesù è Dio e ci vuole far capire che Lui può vincere anche la morte. Per questo risuscita Lazzaro. Poi, anch’egli morirà e risusciterà. Così oltre a dircelo molte volte con parole, ci dimostra ancora una volta, con i fatti che, tu, io, ogni uomo, non moriremo, ma vivremo se accettiamo di seguirlo.

L’esperienza che tutti stiamo vivendo, ci insegni a rimettere al centro del nostro vivere ciò che davvero abbiamo di più caro e prezioso: rapporto con noi stessi, con Dio, con gli altri, con il creato… e al termine di questi giorni potremo tornare in strada riscoprendo quei segni, quei gesti, quei silenzi, quei sorrisi, umanità e creato, perché DAVVERO la nostra comunità sia la città della gioia dove regna la civiltà dell’amore.

Un abbraccio e un invito a tutti i bambini, ragazzi, adolescenti e giovani… fate i bravi. Una stretta di mano e una pacca sulla spalla alle famiglie… noter an mola mia. Una carezza agli anziani e ai malati… non siete soli.

Una preghiera accorata a chi sta in ospedale o casa di riposo, e tanta gratitudine e stima per tutti coloro che sono “in trincea” e che tutti abbiamo imparato a conoscere attraverso la loro testimonianza e non pochi attraverso le loro lacrime.

Ricordatevi anche di me nella vostra preghiera. Buona domenica.

Vs don Fabio