XXXII DOMENICA del Tempo Ordinario

12 Nov

XXXII DOMENICA del Tempo Ordinario

 «Stare svegli!»
“Esserci” in ogni momento e situazione di vita,
per non perdere l’incontro con il Signore, che viene
proprio nella ordinarietà ripetitiva del quotidiano»

 

 

Colore VERDE (anno A)                                                       

XXXII DOMENICA

del TEMPO ORDINARIO

 

“STATE  SVEGLI aspettando il SIGNORE CHE VIENE”

 

CANTO DEL VANGELO (Gv 14,23)

Alleluia, alleluia

Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,

viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia

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VANGELO (Mt 25,1-13)
Ecco lo sposo! Andategli incontro!

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

 

Parola del Signore

Lode a te o Cristo

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COMMENTO (Spunti da P. Ermes Ronchi)

 

Ecco lo sposo! Andategli incontro!
In queste parole del vangelo di oggi c’è un riassunto dell’esistenza umana: è rappresentata come un “uscire” e un “andare incontro”.

L’esistenza è uscire da sé stessi, da spazi chiusi e …, attraversando la notte, le tante notti della vita, andare incontro al mondo, agli altri, all’Altro, alla ricerca della gioia di un abbraccio.

Lo facciamo già da quando usciamo dal grembo della madre e ci avventuriamo sui sentieri  alla scoperta della vita, e lo facciamo fino al giorno in cui usciremo dalla vita per incontrarci col mistero nascosto in Dio.

È in questa cornice, dell’esistenza come cammino verso l’abbraccio di Dio, che si inserisce la parabola che ascoltiamo oggi.

Il Regno di Dio – ci dice oggi la parabola di Gesù – è  simile a dieci ragazze, armate solo di un po’ di luce. Insieme, ognuna con la propria piccola luce, escono nella notte della vita.

Con quella piccola luce, che è il coraggio sufficiente per incamminarsi  verso la festa di nozze, affrontano il buio. Nel cuore la speranza e la gioia di un abbraccio con lo “Sposo”.

Lo sposo tarda, la notte avanza, la stanchezza le assale ed è normale cedere al sonno e si addormentano. Tutte! Ma non tutte allo stesso modo.

Nel mezzo della notte una voce annuncia l’arrivo dello sposo; cinque di loro ravvivano la luce con l’olio di scorta e arrivano alle nozze.

Altre cinque si sentono perse, al buio, senza olio per riaccendere il lume. Chiedono olio alle previdenti, ma esse non glielo possono dare, non per egoismo, ma perché nessuno può essere responsabile per un altro, nessuno può amare al posto di un altro, nessuno può essere onesto o buono o desiderare Dio al posto di un altro.

Di questo, infatti, si tratta: del consenso e dell’impegno personale per camminare verso la festa di nozze (il regno dei cieli).

 C’è bisogno di custodire la luce e, nell’attesa, fare scorta di olio per non far spegnare la lampada.

C’è bisogno di vivere la nostra umanità nello spirito del Regno: beato chi è povero in spirito, chi è mite, chi è misericordioso, chi è puro di cuore, chi persegue la giustizia, chi si lascia consolare da Dio quando è nel pianto … . Così, solo così si fa scorta di olio, si fa esperienza di vita autentica, la Vita di Dio in noi.

Ecco perché alla fine della parabola, Gesù ci dice: “vegliate” “state svegli” ogni giorno e ogni ora; presenti a far il bene dove vi è richiesto.

È facile, infatti, lasciarsi prendere dallo spirito del mondo, lo spirito del far valere se stessi ad ogni costo, passando sopra la dignità delle persone e “generare, buio, morte” in noi e per gli altri.