XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

18 Set

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Colore liturgico VERDE (anno C)

 “ASTUZIA PER IL REGNO …”

 CANTO DEL VANGELO  (2Cor 8,9)

Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo da ricco che era,
si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi
per mezzo della sua povertà.

Alleluia.

 VANGELO (Lc 16,1-13)
Non potete servire Dio e la ricchezza.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché,quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Parola del Signore
Lode a te o Cristo

COMMENTO di don Roberto Seregni

Il sole di settembre entra dai finestroni dell’oratorio. Cerco di rimettere un po’ d’ordine tra le aule del catechismo. Sposto e risistemo sedie e tavoli scompigliate dalle attività estive.
Tra poche settimane ricominceremo le attività pastorali ; mi ripeto che non devo farmi risucchiare da inutili preoccupazioni. Mi conosco, lo so, rischio di correre per niente … per questo cerco di fare solo l’indispensabile e … mi affido a Dio.
Mentre svolgo questi piccoli lavoretti, continua a girarmi per la testa la parabola dell’amministratore astuto.
Che cosa vorrà dirci Gesù: non certo proporci questo amministratore come modello di disonestà, ma come esempio di astuzia.

Al centro sta l’amara costatazione del Rabbì: “i figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce” (v.8).
C’è una punta di mestizia: sta pensando che il Regno di Dio si diffonderebbe più facilmente se i suoi seguaci avessero la stessa prontezza, astuzia e passione dell’amministratore.
L’altra sera, un amico mi ha chiamato al telefono e dopo un po’ di convenevoli, arriva al dunque: finalmente ha trovato la ragazza giusta e tutto l’universo ruota intorno al suo sorriso…
Una carrellata di episodi, fatti e descrizioni riempiono la conversazione.

Mi immagino il suo volto trasfigurato, la gioia che evapora dagl’occhi e, mentre lui continua a raccontare, mi dico che se le nostre comunità avessero anche solo la metà di quell’entusiasmo e di quella passione nell’annunciare Gesù e il suo Regno, forse le cose sarebbero un po’ diverse…
E’ vero, forse ci manca passione. Molte delle nostre comunità sono sedute, ripetitive, nostalgiche, stancanti, incapaci di novità, di dialogo, di ascolto e di accoglienza.
Davvero ci vorrebbe l’astuzia e la prontezza dell’ amministratore della parabola messa a servizio del Vangelo. Davvero ci vorrebbe quella passione.
All’inizio di questo nuovo anno pastorale, proviamoci! Lasciamo che l’audacia del dialogo e il coraggio della novità, portino su nuove rotte i nostri percorsi comunitari.
Abbandoniamo le nostre chiusure e le nostre paure, avventuriamoci in nuove esperienze di carità e di fraternità. Convertiamo il nostro riunirci in momenti di conoscenza e condivisione.
Coraggio, cari amici! Lasciamo che lo Spirito ci aiuti ad essere testimoni appassionati e credibili del Risorto.
Ne abbiamo bisogno, il mondo ne ha bisogno, più di quanto pensiamo.