XXV Domenica del Tempo Ordinario –

24 Set

XXV Domenica del Tempo Ordinario –

«La Comunità che avvera il “Regno dei cieli”
va oltre la Legge, non misura secondo il “merito”,
ma tiene conto del bisogno del fratello
che ha avuto meno doti o meno possibilità ».
 

                                               

 

Colore VERDE (anno A) 

XXV DOMENICA del

TEMPO ORDINARIO

 

“LA GIUSTIZIA del Regno dei cieli  …”

CANTO DEL VANGELO (At 16,14)

Alleluia, alleluia

Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo.

Alleluia

____________________________

 VANGELO (Mt 20,1-16)
Sei invidioso perché io sono buono?

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”.

Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Parola del Signore

Lode a te o Cristo

____________________________

 COMMENTO

Oggi, ancora una volta, Matteo ci mostra l’urgenza di Gesù nel voler formare i suoi discepoli a vivere uno spirito di Comunità che avveri il “Regno dei cieli” già qui, nel tempo.

Che cos’è il “Regno dei cieli”? Non è uno spazio geografico o una realtà politica, anche se ciò non esclude che il suo avverarsi incida su queste realtà.

Il “Regno dei cieli” è la presenza di Dio nella storia degli uomini. Una presenza che cambia la comprensione di noi stessi e degli altri e ci inserisce nella logica di Dio, nel suo modo di concepire la vita, la storia umana, il suo cammino verso la “giustizia”.

Per introdurci a questa logica, Gesù non ci dà una definizione su cosa sia la “giustizia” o su cos’è la “comunità”, ma ci racconta una parabola.

La definizione chiude la realtà su un solo modo di pensare; la parabola, invece, è aperta alla vita, che non è mai definibile in un solo modo e una volta per tutte. Chi la ascolta è chiamato in causa  dalle situazioni e dai sentimenti e pensieri dei personaggi descritti, cosicché, suo malgrado, non può non esserne coinvolto.                                                                                                                

C’è, dunque, un padrone di casa – nella parabola di oggi – che esce (“uscire” è un verbo che papa Francesco utilizza spesso) in più momenti della giornata per assumere giornalieri a lavorare nella sua vigna …

Si noti che la situazione che Gesù descrive, è ben nota ai suoi ascoltatori: la Palestina del tempo infatti, viveva una forte crisi economica che rovinava molti piccoli proprietari e lasciava senza lavoro molti salariati. Una situazione, per certi aspetti, no diversa da quella attuale.

… Ogni volta che quel padrone esce trova qualcuno che è in piazza, senza lavoro, senza salario, senza dignità, senza speranza e … li invita ad andare a lavorare nella sua vigna in cambio di un salario “giusto”.

Alla sera, quando li riunisce per la paga, è proprio sul salario “giusto” che si apre il problema, non solo per i protagonisti, ma anche per noi ascoltatori di oggi.

Il padrone, infatti, dà a tutti “un denaro” suscitando la sorpresa degli operai dell’ultima ora e la protesta di chi ha sopportato il sole di tutto il giorno.

Non sembra ingiusto anche a noi? Eppure non possiamo dire nulla al padrone perché questo era ciò che aveva pattuito con loro.

Che senso trarre, dunque, da questa parabola? Che cosa voleva dire Gesù ai discepoli?  Lo capiamo, forse, se teniamo conto dell’urgenza che Gesù aveva di preparare i discepoli a vivere in Comunità, nello spirito del “Regno dei cieli”, che è lo stesso spirito di Dio.

Dio va oltre la Legge, oltre la giustizia retributiva. Essa non basta a realizzare il “Regno dei cieli” dove si richiede il suo “compimento” e la sua “pienezza”, che è l’Amore.

Questo ci ha voluto dire il Cristo: vivere nella Comunità, che avvera il “Regno dei cieli”, comporta il superamento di una giustizia solo retributiva (ti do per quel che mi dai) per vivere la relazione con l’altro come il compagno, il fratello con cui camminare verso Dio, andando oltre il “merito” per vederne il “bisogno” reale.