XXIX Domenica del Tempo Ordinario

22 Ott

XXIX Domenica del Tempo Ordinario

 « La persona è il bene più prezioso di Dio perché è immagine sua.
Le istituzioni umane sono al servizio della persona.
Non il contrario».

                                               

 

Colore VERDE (anno A)

XXIX DOMENICA del

TEMPO ORDINARIO

 

“ LA POLITICA  AL SERVIZIO DELLA PERSONA …!! ”                               

 

CANTO DEL VANGELO (Gv 15,16)

Alleluia, alleluia

Risplendete come astri nel mondo,
tenendo salda la parola di vita.
Alleluia

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VANGELO (Mt 22,15-21)
Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Parola del Signore

Lode a te o Cristo

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COMMENTO

Le parabole delle ultime tre domeniche, che Gesù ha raccontato ai dottori del tempio, sono servite a Matteo non solo per rivelarci la nuova logica del regno, ma anche per mostrarci la situazione di scontro che si è venuta creando tra i dottori della Legge e Gesù: scontro aperto che è preludio alla sua eliminazione.

Tra i “dottori” c’erano i farisei, un partito politico e religioso.

Dell’osservanza meticolosa della legge, essi ne avevano fatto un distintivo, che escludeva dalla “salvezza” chi non riusciva a rispettarla.

Solo che, norme e precetti erano elaborati da loro stessi, sulla base della “loro” interpretazione della Legge di Mosè.

Proprio questo era il motivo di scontro tra Gesù e i farisei e tutti coloro che ne seguivano l’insegnamento.

Per Gesù la “salvezza” era dono dello spirito di Dio: il rispetto della norma non salva se non c’è il rispetto della persona, l’amore per essa.

Matteo apre il brano, che oggi leggiamo,  informandoci del  complotto che i farisei stanno organizzando: vogliono cogliere Gesù in fallo per denunciarlo all’autorità e farlo morire.

Mandano da Gesù alcuni discepoli , insieme agli erodiani, per interrogarlo su alcune questioni dibattute e controverse, sperando ch’Egli faccia qualche passo falso e si metta in cattiva luce  anche con la folla, che lo segue e ne apprezza l’autorevolezza.

La questione riguarda un argomento vivo e controverso anche oggi: le tasse.

A quel tempo in Palestina si pagavano tasse  al Tempio e tasse all’autorità romana. Quelle che maggiormente facevano problema erano le tasse imposte dai Romani, perché servivano soprattutto per mantenere l’organizzazione di un apparato che dominava il popolo ebreo.

Dunque i discepoli dei farisei si appressano a Gesù per porre la questione se sia lecito o no pagare le tasse ai Romani.

Hanno  in mente un pensiero malizioso: vediamo quale indirizzo questo “maestro” è capace di  dare; qualsiasi risposta darà, si metterà contro qualcuno! E noi  (pensano i farisei) raggiungeremo il nostro scopo; quello di sollevargli contro avversari che li spalleggino per la sua eliminazione..

La risposta di Gesù è sintetica, ma nasconde un indirizzo di comportamento per ogni  comunità, cristiana o no .

“Dare a Cesare ciò che è di Cesare” significa rispettare l’autorità politica e comportarsi lealmente con essa fintantoché la sua azione dà ordine, legalità e giustizia alla città degli uomini.

“Dare a Dio ciò che è di Dio” significa rispettare ed amare il bene più prezioso che Dio ha: la persona umana che è sua immagine.

Quando l’azione dell’autorità politica confligge con la volontà di Dio bisogna obbedire a Dio. (At 5,29)