DOMENICA VII DEL TEMPO ORDINARIO

19 Feb

DOMENICA VII DEL TEMPO ORDINARIO

Colore liturgico VERDE (anno A)

 “PERFETTI SÌ, MA NELL’AMORE”

 VANGELO (Mt 5,38-48)
Amate i vostri nemici.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Parola del Signore
Lode a te o Cristo

COMMENTO di don Roberto Seregni

Mi siedo davanti alla Croce e faccio mia la Parola di Gesù del discorso della montagna, consegnata alla Chiesa.

Il brano evangelico che la liturgia ci propone questa settimana, riguarda gli ultimi due insegnamenti di Gesù che, a differenza di quelli della scorsa settimana, non riguardano comandamenti presi dal decalogo e – soprattutto – non sono dei divieti. Entrambi riguardano le nostre relazioni e il nostro allenamento nell’amore. Il tema della gratuità che intreccia i due comandamenti è quella che ci fa perfetti nell’amore, come il Padre.
Il Signore non ci chiede perfezione nei codici, nei cavilli o nei regolamenti. Ci vuole perfetti, certo, ma nell’amore.

Andiamo con ordine.
La legge del taglione, che troviamo in Esodo 21, 23, restringeva la vendetta e stabiliva un’equivalenza esatta per ogni torto subito. Ma Gesù propone una via diversa, la via della non-vendetta, della non-resistenza.
Gesù blocca la spirale della violenza.
L’odio non deve più richiamare altro odio. La violenza non deve produrre altra violenza.
Penso a Gesù, alla sua passione. A tutta la violenza, alle torture e alle umiliazioni
non ha risposto nemmeno con una parola.
L’ultimo insegnamento di Gesù è il più sconvolgente e il più radicale. E’ quello che va persino contro il buon senso, davanti al quale la bontà umana arretra e per il quale il mondo dovrebbe guardarci come dei pazzi. Sì, dovrebbe…
Gesù ci propone una dilatazione dell’amore: il tuo prossimo è anche il tuo nemico. Il tuo prossimo è la persona che odi. Quella che non riesci a perdonare, che ti fa ribollire il sangue, che ti fa cambiare strada. Quella persona è il tuo prossimo da amare e per la quale pregare.
Il verbo che l’evangelista usa per indicare questa qualità dell’amore, ha in sé l’idea della pienezza, della gratuità e della totalità.
Il discepolo è chiamato a questo amore.
Il Maestro non scherza, ci chiede il meglio di noi.
Gesù ci consegna un programma di allenamento del cuore da realizzare con l’esperienza e con il soffio dello Spirito.
E’ un amore che chiama a raccolta tutte le forze che sono nell’uomo.
E’ un amore che ci rende perfetti come il Padre che è nei cieli.
E’ un amore che ci rende quello che siamo: figli del Dio dell’amore.