Dieci minuti con se stessi – argomento: “UOMO DEL MIO TEMPO”

26 Dic

Dieci minuti con se stessi – argomento: “UOMO DEL MIO TEMPO”

L’argomento di oggi

UOMO DEL MIO TEMPO

Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo …

Salvatore Quasimodo

La riflessione di oggi

Salvatore Quasimodo scriveva questi versi nel 1947 in Giorno dopo giorno, avendo alle spalle la Seconda guerra mondiale. A distanza di più di mezzo secolo non è che l’«uomo del nostro tempo» sia cambiato di molto rispetto a quello contemporaneo del poeta o all’uomo primitivo che usciva dalla caverna armato di pietra e fionda. Anzi, gli strumenti di morte si sono fatti ben più sofisticati: aerei, sistemi di puntamento, carri armati, torture ed esecuzioni capitali si sono raffinati ed evoluti, sì, ma in peggio, in forme ben più crudeli e devastanti.

Ed è significativo che un poeta che ebbe con la religione un rapporto piuttosto distaccato come fu Quasimodo metta alla fine quelle parole: «senza amore, senza Cristo». È inutile svicolare verso altri lidi, è solo nella riconquista della sponda ove risuona l’evangelo autentico, senza glossa o compromessi, ove si erge quella figura misteriosa eppur vicina, che è possibile almeno arrestare la «scienza esatta persuasa allo sterminio» e ritrovare la sapienza libera dello spirito che ci persuade a non rispondere al male col male, inanellando una catena di morte senza fine. È questa l’anima genuina del Natale a cui ci stiamo forse accostando con la solita superficialità e banalità. La via della pace e della fraternità è, invece, la più breve per raggiungere la vera serenità della festa.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori