Dieci minuti con se stessi – argomento: “UN LUME ACCESO”

18 Ott

Dieci minuti con se stessi – argomento: “UN LUME ACCESO”

L’argomento di oggi

UN LUME ACCESO

Spesso l’intelligenza è molesta, come un lume acceso in camera da letto quando si vuole dormire.

Karl Ludwig Börne

La riflessione di oggi

Sono anch’io tra quelli che non riescono a chiudere occhio se una lama di luce squarcia il buio della notte. L’immagine del lume acceso in camera da letto è, quindi, efficace per illustrare il fremito che genera la vera intelligenza e che impedisce il sonno della coscienza. È allo scrittore tedesco Karl Ludwig Börne (1786-1837) che devo sia la metafora sia l’applicazione morale. Egli fu, tra l’altro, anche un brillante giornalista, pronto a polemizzare contro un vizio che attecchisce in ogni epoca, quello della stupidità che ottunde mente e cuore. La calma che essa produce è in realtà indifferenza e superficialità, è insensibilità e torpore.

L’intelligenza, come dice il vocabolo stesso, ti costringe a intus legere, a scavare oltre la superficie, a penetrare nel cuore delle questioni, a lasciarti ferire dalle domande di fondo sul senso dell’essere e dell’esistere. Per questo, un grande sapiente biblico come Qohe-let-Ecclesiaste non esitava a dichiarare: «Grande sapienza è grande tormento: chi più sa più soffre» (1,18). Ecco, appunto, l’immagine della lampada accesa che ti impedisce di addormentarti beatamente. Certo, scoprire la verità su di sé, sugli altri e sul mondo è una «molestia», come dice Börne, è un «tormento», secondo Qohelet. Un autore cinese dell’XI secolo, Su-Shih, confessava: «Ogni famiglia, quando nasce un bimbo, lo vuole intelligente. Io con la mia intelligenza ho sofferto… Spero solo che mio figlio sia stupido e ignorante: coronerà così una vita placida diventando ministro!». Ma è questa una vita autentica, degna della persona umana?

(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)