Dieci minuti con se stessi – argomento: “TAGLIATO A META'”

03 Feb

Dieci minuti con se stessi – argomento: “TAGLIATO A META'”

L’argomento di oggi

TAGLIATO A META’

Zeus, volendo castigare l’uomo senza distruggerlo, lo tagliò in due. Da allora ciascun uomo è il simbolo di un uomo, la metà che cerca l’altra metà, ossia il simbolo corrispondente.

Platone

La riflessione di oggi

Nell’antica Grecia si era soliti tagliare in due un anello, una moneta, un bracciale o un oggetto prezioso e dame una metà a un amico o una persona cara: queste metà, conservate dai due soggetti, permettevano ai discendenti di riconoscersi come legati da una sorta di vincolo generazionale. È da questo uso che il grande filosofo greco Platone (427-347 a.C.), nella sua opera Simposio, parte per sviluppare una riflessione sull’uomo e sulla frattura profonda che è alla sua origine. Egli è un essere incompleto, tagliato a metà, ed è per questo che avverte fortemente la necessità della ricerca dell’altra metà perduta. Nasce da qui l’urgenza della relazione col proprio simile, anzi, come si è soliti dire, dell’incontro con l’anima gemella.

Platone usa il termine «simbolo» per indicare questa situazione della creatura umana. Il vocabolo nella sua etimologia greca significa «mettere insieme» ciò che è separato e quindi suppone proprio la ricerca di quella metà mancante per ritrovare l’unità smarrita. In tutta la nostra esistenza diamo valori «simbolici» alle cose, cioè le rimandiamo a un’altra dimensione più alta per scoprire alla fine l’armonia che è andata perduta. Naturalmente con tutte le distanze e diversità, potremmo dire che analogo è il discorso cristiano sul «peccato d’origine»: è una frattura che crea disarmonia tra uomo e Dio, tra uomo e il prossimo, tra uomo e mondo. Siamo insoddisfatti perché profondamente feriti, con la libertà squassata, con l’illusione di «essere come Dio», ritrovandoci invece imperfetti e peccatori. Ecco, allora, la necessità di ricucire lo strappo con Dio, con gli altri e col creato, e la grazia divina ci sostiene in questa rinascita a creature nuove e unitarie.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori