Dieci minuti con se stessi – argomento: “SOLITUDINE”

01 Feb

Dieci minuti con se stessi – argomento: “SOLITUDINE”

L’argomento di oggi

SOLITUDINE

La solitudine, l’ho conosciuta tra i 4 e i 12 anni. Unico tra otto fratelli e sorelle, andavo a scuola percorrendo un’antica strada romana. Un’ora di solitudine per andare a scuola, due ore di solitudine a mezzogiorno per consumare pane e cioccolato nell’aula disertata dai miei compagni, un’ora la sera per tornare a casa. Questa solitudine fu benefica.

Aimé Duval

La riflessione di oggi

Nel volume autobiografico Il bambino che giocava con la luna, padre Aimé Duval, noto cantautore spirituale francese, racconta così la sua infanzia e adolescenza, avvolta nell’alone della solitudine e commenta: «Ho avuto in tal modo il tempo di darmi certezze a mia misura. Queste certezze hanno avuto a loro volta il tempo di depositarsi lentamente durante la mia vita». Esiste, dunque, una benedizione della solitudine: non per nulla l’esperienza mistica suppone il silenzio interiore e spesso esteriore (l’aggettivo «mistico» deriva dal greco myein, «tacere», così come la parola «mistero»). Il rumore assordante delle discoteche, il muoversi in branco, il chiacchiericcio vacuo e fatuo sono i segnali di una dispersione dell’intimità e della stessa identità.

«Bisogna essere soli per non essere mai soli» diceva paradossalmente un autore spirituale, consapevole che la sua solitudine era popolata da Dio e dal mondo che lo circondava. Tuttavia c’è una solitudine che può essere maledizione, come dice il biblico Qohèlet: «Guai a chi è solo! Se cade, non ha nessuno che lo rialzi» (4,10). Si tratta dell’isolamento che è vuoto e abbandono. In esso sboccia la mala pianta della disperazione, dell’incomunicabilità, dell’autismo spirituale. Ed è, allora, vero quello che scriveva nell’opera Fuoco pallido il romanziere russo-americano Vladimir Nabokov (1899-1977): «La solitudine è il campo da gioco di Satana». Chi è senza legami e senza amore diventa schiavo dell’infelicità, dell’odio, della desolazione. A noi tocca, allora, l’impegno di aiutare costoro ad abbattere il muro del loro isolamento.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori