Dieci minuti con se stessi – argomento: “SERVILI”

07 Ott

Dieci minuti con se stessi – argomento: “SERVILI”

L’argomento di oggi

SERVILI

Sono pronto a servire. Ma mi rifiuterò sempre di essere servile.

Alekandr S. Griboedov

La riflessione di oggi

«Sono la serva del Signore» confessa Maria, la madre di Gesù, al termine di quell’incontro che le cambierà la vita, là nella sua povera casetta di Nazaret. E «Servo del Signore» era lo pseudonimo di un personaggio misterioso cantato dal profeta Isaia che si rivelerà poi come il Messia. E, ancora, «servi» di Dio sono chiamati i grandi della Bibbia, da Abramo a Mosè, da Davide ai profeti. Essere al servizio di una persona degna e di una causa nobile può essere un segno di gloria, così come ci sono lavori «servili» che – se condotti con impegno e per dovere nei confronti della comunità e anche a proprio favore – sono tutt’altro che professioni indecorose.

La distinzione che, invece, fa il drammaturgo russo dell’Ottocento, Aleksandr S. Griboedov, coraggioso oppositore delle brutalità del regime zarista, è particolarmente significativa. Essere servi può, come si diceva, diventare una livrea di dignità; essere servili è, al contrario, un atteggiamento indegno, meschino. Esso nasce dall’egoismo: si è vili, e quindi servili, di fronte al potente di turno per avere una carica; si è pavidi davanti al prepotente per evitare rischi; si è adulatori per ottenere vantaggi; si è sottomessi e pronti a chiudere gli occhi su ingiustizie e vergogne del capo, pur di conquistare denaro. La famosa imprecazione di Rigoletto nell’omonima opera di Verdi è sacrosanta: «Cortigiani, vii razza dannata!». È suggestiva la risposta che lo scrittore e filosofo greco Plutarco (I-II sec. d.C.), nelle sue Opere morali, mette in bocca a Biante di Priene, uno dei mitici sette sapienti dell’antichità (VI sec. a.C.), interrogato sull’animale più dannoso: «Se parli delle belve, il tiranno; se parli degli animali domestici, l’adulatore». Ritroviamo, allora, il serio impegno del servire il prossimo e del nostro lavoro e rigettiamo ogni piaggeria umiliante e ogni ipocrita servitù.

(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)