Dieci minuti con se stessi – argomento: “PREDIRE IL FUTURO”

15 Dic

Dieci minuti con se stessi – argomento: “PREDIRE IL FUTURO”

L’argomento di oggi

PREDIRE IL FUTURO

La predizione è molto ardua, soprattutto se riguarda il futuro.

Niels Bohr

La riflessione di oggi

Un giornalista chiese al fisico danese Niels Bohr (1885-1962), Nobel nel 1922, di confermare il grado di attendibilità delle previsioni scientifiche, a partire da quelle meteorologiche. Egli rispose in inglese: «Prediction is very difficult, especially about the future», che è poi la frase sopra citata. L’ironia rivelava prima di tutto la serietà (e l’umiltà) del vero scienziato, rispetto a certi epigoni che pontificano con arroganza, sicuri della potenza unica e della verità oracolare del loro sapere. Galileo era convinto che i più intelligenti riuscissero solo a cogliere una particella della realtà e Newton si immaginava come un bambino che gioca con le conchiglie sulla spiaggia davanti all’immensità dell’oceano.

Il tema, però, ci spinge a una nota più specifica: siamo verso la fine dell’anno e sui giornali – anche quelli «paludati» – appaiono interviste agli astrologi, una venerata categoria di ciarlatani che si autorilasciano false patenti di scientificità e si avventurano con borioso sussiego in predizioni, presagi, previsioni e vaticini vari. Alla stupidità dei creduloni si associa la colpa dei giornali che ogni settimana, con gli oroscopi, alimentano questo mercato dell’inganno. L’unica scusante sarebbe – secondo i direttori – che si tratta di un gioco. Certo, un gioco per sottosviluppati intellettuali. Chi prepara il proprio futuro è la persona umana con la sua libertà e Dio con un disegno che eccede la nostra progettazione e spesso comprende percorsi inattesi. Maghi, cartomanti, fattucchieri, chiromanti, veggenti appartengono solo alla categoria dei truffatori e degli imbroglioni ed è infame lo sfruttamento che essi compiono nei confronti di tante persone deboli, sofferenti e ingenue. Finisco con un tratto spiritoso di Catone evocato da Cicerone: «Egli si meravigliava che un indovino, quando vedeva un collega, non si mettesse a ridere».

(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)