Dieci minuti con se stessi – argomento: “PADRE E PADRONE”
L’argomento di oggi
PADRE E PADRONE
Credo che sia meglio educare i figli facendo leva sulla comprensione e sull’indulgenza piuttosto che sul timore del castigo. Il dovere di un padre è abituare il figlio ad agire bene, spontaneamente, più che per timore degli altri. In ciò differisce il padre dal padrone.
Publio Terenzio
La riflessione di oggi
Un sopruso dietro l’altro è la trama della vita del ragazzo sardo Gavino, in perenne umiliazione sotto il tallone di un padre padrone fino allo scontro finale che permetterà al giovane di spezzare quelle catene. Sono molti, credo, i lettori che avranno riconosciuto in questa sintesi la vicenda del libro di Gavino Ledda, scrittore autodidatta, e il successivo intenso film dei fratelli Taviani, dal titolo appunto di Padre padrone (1977). Eppure era già nel II secolo a.C. che il commediografo latino Terenzio ammoniva i genitori a educare i figli non col terrore della punizione, bensì con la convinzione e la testimonianza dei valori. Il suo brano sopra citato può essere commentato con le parole di san Paolo agli Efesini: «Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore… Ma voi, padri, non esasperate i vostri figli, bensì fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore» (6,1.4).
Ecco, l’equilibrio – spesso arduo da conquistare – sta proprio qui, evitando due eccessi. Il primo è quello dell’esasperazione, dell’eccesso di correzione, dell’autoritarismo o, peggio, della violenza in famiglia, soprattutto da parte del padre padrone. E non bisogna evocare costumi remoti e orientali per scoprire quanto questa prevaricazione vergognosa inquini e persino insanguini anche le nostre famiglie occidentali. C’è, però, un altro estremo da evitare: l’Apostolo, infatti, esorta a non esasperare i figli, ma anche a farli «crescere nella disciplina» (la paideia greca). Ai nostri giorni quanti genitori imboccano la via del permissivismo comodo a loro e ai figli, stupendosi poi quando si ottengono esiti drammatici. In sintesi – come scriveva il poeta tedesco dell’Ottocento Wilhelm Busch -«non è difficile diventare padre; essere un padre, questo è difficile!».
(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)