Dieci minuti con se stessi – argomento: “L’ULTIMO ATTO”

29 Ago

Dieci minuti con se stessi – argomento: “L’ULTIMO ATTO”

 

L’ULTIMO ATTO

La vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme. Italo Calvino

La riflessione di oggi

Uomo taciturno, Palomar porta lo stesso nome del potente telescopio americano. In realtà, egli sembra usare un microscopio per scrutare gli eventi e le cose quotidiane con un ossessivo scrupolo di precisione. Nell’ultima sua rilevazione, intitolata allegramente «Come imparare a essere morto», egli fa l’osservazione che abbiamo sopra trascritto. In verità, non è questa la conclusione del suo meditare sulla fine e sul fine della vita, ma è una sorta di punto fermo sul quale anche noi possiamo sostare. Italo Calvino che pubblicò questo libro – intitolato appunto Palomar – nel 1983, alle soglie della sua morte (1985), ci invita a una messa a fuoco sulla nostra esistenza, nella consapevolezza che ogni evento della nostra storia personale è un po’ come un atomo o una cellula: estremamente minuscola, eppure capace di rivelarsi un microcosmo. Per questo, è necessario infiggervi il «telescopio della meditazione» (tale è il titolo della sezione del libro dove si trova la frase citata). Può sembrare paradossale questo invito in un tempo in cui si sorvola su tutto, si banalizza tutto, si archivia subito tutto nel retrobottega della dimenticanza. E invece ci sono fatti che possono cambiare non solo la direzione di una vita, ma anche il significato di ciò che si è finora compiuto. A maggior ragione l’ultimo atto, quello che suggella l’intero arco dell’esistenza. È per questo che l’antica tradizione ascetica suggeriva (‘«apparecchio alla morte», ossia la preparazione accurata e ponderata a quell’ultimo atto. «Chi ha imparato a morire» diceva Montaigne «ha disimparato a servire». Il senso del proprio limite, segnato appunto dalla morte, riesce infatti a creare una scala di valori più autentica e a liberare la persona da tante remore, paure e condizionamenti esteriori.

(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)