Dieci minuti con se stessi – argomento: “LA TORRE DI BABELE”

08 Feb

Dieci minuti con se stessi – argomento: “LA TORRE DI BABELE”

L’argomento di oggi

LA TORRE DI BABELE

Non credo all’opinione diffusa che, allo scopo di rendere feconda una discussione, coloro che vi partecipano debbano avere molto in comune. Anzi, credo che più diverso è il loro retroterra, più feconda sarà la discussione. Non c’è nemmeno bisogno di un linguaggio comune per iniziare: se non ci fosse stata la torre di Babele avremmo dovuto costruirne una.

Karl Popper

La riflessione di oggi

Oggi ricorriamo a una fonte piuttosto difficile: la citazione è desunta nientemeno che dal Poscritto alla logica della scoperta scientifica del filosofo viennese Karl Popper (1902-94). Il senso è, però, limpido: la diversità è necessaria. In realtà la torre di Babele è il simbolo di un’unità obbligata e artificiosa, una globalizzazione forzata. Infatti, il sogno dell’imperialismo di Babilonia è quello di imporre «un unico labbro», come si dice nell’originale ebraico della Genesi, cioè una sola lingua, una sola cultura, una sola concezione della vita, precettata a tutti. Il risultato è paradossale e antitetico ed è la confusione, come reazione all’uniformità imposta.

L’autentica diversità è, invece, ben altro: è la ricchezza dei colori dell’arcobaleno. La tradizione giudaica affermava che Dio, quando creò l’umanità, lo fece con un unico conio, eppure ogni persona – a differenza di ciò che accade per le monete – è sempre diversa dall’altra, anche a livello fisico (si pensi solo alle impronte digitali). Unica è la dignità, ossia l’appartenenza all’essere umani, infinita è la pluralità dei volti e delle anime. Il rabbi Giacobbe Isacco di Lublino degli antichi ebrei Chassidim polacchi diceva: «In ogni uomo c’è qualcosa di prezioso che non si trova in nessun altro. Si deve, perciò, rispettare ognuno secondo le virtù che egli solo possiede e che non ha nessun altro». Ma attenzione: il crinale tra diversità benefica e confusione malefica è sottilissimo…

(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)