Dieci minuti con se stessi – argomento: “LA MISERIA DELL’AVARO”

15 Giu

Dieci minuti con se stessi – argomento: “LA MISERIA DELL’AVARO”

L’argomento di oggi

LA MISERIA DELL’AVARO

L’avaro vive da povero, e muore ricco.

Vittorio Buttafava

La riflessione di oggi

Ogni tanto le cronache confermano fatti che si ripetono da secoli: il vecchietto che chiedeva l’elemosina davanti a una chiesa muore e nella sua casa misera vengono alla luce pacchi di soldi e libretti bancari. Aveva ragione san Bernardo quando definiva l’avarizia come «un continuo vivere in miseria per paura della miseria». Anzi, per stare ancora ai santi, è nota la battuta attribuita a sant’Antonio da Padova, che abbiamo festeggiato l’altro ieri, di fronte al funerale di un avaro ricchissimo: «Il suo cuore non riusciranno a seppellirlo, perché era troppo attaccato ai soldi!». Sopra ho citato un’altra battuta, simile a un proverbio, proposta da un giornalista, Vittorio Buttafava (1918-1983). Decine e decine di altri aforismi su questo vizio sono stati elaborati nella storia della letteratura e della spiritualità.

Io, però, vorrei porre l’accento su un altro tipo di avarizia, quella dei sentimenti, una cupidigia a cui poco si bada ma dagli esiti altrettanto deleteri. Si ha, infatti, spesso la tentazione di negare al prossimo non tanto i soldi (un gesto di carità talvolta non costa molto e mette in pace la coscienza) quanto piuttosto il proprio tempo nell’ascolto, nella vicinanza, nella tenerezza. Paradossalmente questa avarizia è molto più seria perché rifiuta non tanto un bene materiale, pur importante, quanto una realtà intima e profonda che non può essere acquistata. Tutti, credo, dobbiamo confessare di esserci negati a chi voleva solo sentirei al telefono per avere una parola buona, di aver evitato chi desiderava essere ascoltato, di aver rifiutato la compagnia a una persona sola e malata. Anche questa è avarizia meschina.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori