Dieci minuti con se stessi – argomento: “INVIDIA”
INVIDIA
Che cos’è l’invidia? È dire: quello che hai tu è mio, è mio, è mio? Non proprio. È dire: ti odio perché tu hai ciò che io non ho e che desidero. Io voglio essere, sì, ma nella tua posizione, con le tue opportunità, con il tuo fascino, la tua bellezza, le tue capacità e la tua ricchezza spirituale … L’invidia è un’afflizione dello spirito, e a differenza di altri peccati della carne non provoca piacere a nessuno. È un’emozione dolorosa per chi la prova, e ha effetti ugualmente dolorosi negli altri.
MURIEL SPARK
La riflessione di oggi
S’intitola lapidariamente lnvidia ed è uno degli ultimi romanzi della scrittrice scozzese Muriel Spark, vissuta a lungo in Italia e morta nel 2006 ottantottenne a Firenze. La vicenda vede al centro un geniale diciassettenne, già autore di un romanzo votato al successo, capace di generare gelosia irrefrenabile nell’ambiente chiuso di un college svizzero. Ho citato alcune frasi che la scrittrice dedica a questa sindrome, che – in forme diverse e con gradi differenti – affiora nell’anima di tutti. Due sono le considerazioni che vorrei fare.
La prima riguarda la natura ultima di questo vizio. Esso non è tanto il voler avere ciò che l’altro possiede in doti e qualità. No, è in profondità l’odio per quello che l’altra persona rivela di avere: «Ti odio perché tu hai ciò che io non ho e che desidero». È per questo che spesso l’invidioso non si accontenta di rodersi dentro, ma semina calunnia, desidera distruggere i pregi altrui, giunge a sognare la morte di chi lo supera per valore. C’è, poi, un’altra nota da ribadire: «L’invidia è un’afflizione dello spirito». Sì, invidiare è un tormento che non lascia tregua e amareggia l’esistenza. Aveva ragione Cervantes quando la definiva con un’immagine efficace come «il verme roditore» dell’anima e del corpo e «la radice di mali infiniti».
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori