Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL VELO DELLA NOIA”
L’argomento di oggi
IL VELO DELLA NOIA
La noia, come il ragno al centro di una tela, avvolge la realtà e le vicende umane di un velo grigio e diafano di indifferenza.
Vladimir Jankélévitch
La riflessione di oggi
Era nato in Francia da una famiglia di ebrei russi emigrati e il suo nome rivela questa origine: sto parlando del filosofo Vladimir Jankélévitch (1903-85), autore di un famoso Trattato delle virtù a cui ho attinto per questa suggestiva raffigurazione della noia. Se la luce del sole attraversa una ragnatela, rimaniamo stupiti di tanta armonia di ricamo, ma basta un tocco per infrangere quella trama e imprigionare l’insetto in un viluppo mortale di fili. La noia è purtroppo uno dei vessilli di tante persone del nostro tempo, un «velo grigio e diafano» fatto di monotonia e indifferenza. Un altro filosofo, il tedesco Martin Heidegger, la comparava a una «nebbia silenziosa che si raccoglie negli abissi dell’esistere», rendendoci apatici e insoddisfatti, ma incapaci di reagire.
O meglio: talora la reazione alla noia c’è, ma è il puro e semplice squarcio di quella rete. Pensiamo a quei ragazzi annoiati che, per spezzare il loro vuoto, compiono atti assurdi e vandalici, devastando le loro scuole, scagliando sassi dai cavalcavia, danneggiando monumenti e giungendo persino al baratro della crudeltà, appiccando fuoco a un barbone. È il vuoto che si trasforma in aggressione, la demotivazione che degenera in stupidità, l’inerzia che si muta in frenesia insensata. Anche se non arriveremo mai a questa soglia, impediamo alla noia di insediarsi in noi anche solo in un angolino dell’anima perché – come scriveva Leopardi nel suo Zibaldone – «com’ella è figlia della nullità, così è madre del nulla; giacché non solo è sterile per sé, ma rende tale tutto ciò a cui si mesce o avvicina».
(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)