Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL FORMICAIO”

19 Apr

Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL FORMICAIO”

L’argomento di oggi

IL FORMICAIO

Tutto ciò che l’uomo cerca su questa terra è dinanzi a chi genuflettersi, a chi affidare la propria coscienza e in che modo, infine, riunirsi tutti in un indiscusso, comune e concorde formicaio.

Fedor Dostoevskij

La riflessione di oggi

S’intitola L’arte della libertà (2004) ed è un curioso tentativo di illustrare cinquanta categorie politiche, sociali e culturali attraverso altrettante opere di artisti. A elaborare questa particolare galleria simbolica sono un giornalista che è stato impegnato anche in politica, Salvatore Carrubba, e uno storico dell’ arte, Flavio Caroli. Ebbene, alla voce «conformismo» ci si imbatte in questa citazione di Dostoevskij. Sono parole taglienti che fotografano una realtà costante ironicamente illustrata nel volume dalla tela veneziana settecentesca Il concertino di Pietro Longhi. Il nostro tempo è ancor più esplicito e impudico nel mostrare la verità di quell’asserto: la moda impera e fa seguaci ciechi, il luogo comune imperversa sbeffeggiando chi si affatica a ragionare, la televisione accoglie folle di guardoni istupiditi da spettacoli volgari e «taroccati».

L’immagine del formicaio è illuminante, ma lo è soprattutto una frase amara: l’ansia di «affidare la propria coscienza» a un altro. È questa la vera perdita dell’anima, è l’essiccarsi della moralità, sostituita dal «così fan tutti». E se non siamo più che attenti, questa deriva colpisce ciascuno di noi, perché il conformismo è un nemico invisibile che si insinua in tutti gli ambienti, anche in quelli più irreprensibili, lasciandovi le sue spore. Parlando all’assemblea generale dell’Onu nel 1961, John F. Kennedy aveva dichiarato: «Il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico dello sviluppo». Le sue catene sono, però, dorate e la sua violenza è dolce e nascosta. Per questo è necessario tener alta la guardia e non consegnare mai a nessuno la propria coscienza, ma neppure cloroformizzarla nella superficialità.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori