Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL CIELO DI CECILIA”

22 Nov

Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL CIELO DI CECILIA”

L’argomento di oggi

IL CIELO DI CECILIA

Cecilia parlava spesso col cielo / e il cielo non le rispondeva, non poteva / e nel cielo Cecilia / continuò a rispecchiarsi/fino al giorno in cui la sua immagine / coincise con il celeste specchio.

Antonio Porta

La riflessione di oggi

Dolce e intenso è questo ritratto di una Cecilia che potrebbe trasfigurarsi anche nella santa che oggi la liturgia celebra. A disegnarlo è un poeta, Antonio Porta (1935-89), un cantore fine dell’umanità semplice e quotidiana. I versi mi rimandano alla considerazione della scrittrice ebrea Simone Weil. Per quanto cerchiamo di saltare o di volare in alto – diceva – noi non riusciremo mai a raggiungere il cielo. Se, invece, ci mettiamo a contemplarlo e a fissarvi il nostro sguardo, il cielo scenderà, ci avvolgerà e ci abbraccerà. Perché, continuava, citando il grande tragico greco Eschilo, «il divino è senza sforzo»: l’incontro con Dio è, infatti, dono, è grazia.

Purtroppo noi ci siamo curvati sulla terra, ci dedichiamo esclusivamente alle cose, non possiamo perdere tempo fermandoci – nel silenzio di una notte – a guardare quegli spazi infiniti che turbavano Pascal e Leopardi e che evocano il mistero di Dio e dell’uomo, come cantava il Salmista: «Quando il cielo contemplo e la luna e le stelle che accendi nell’alto, io mi chiedo davanti al creato: cos’è l’uomo perché lo ricordi?» (8,4-5). Chini sulle realtà materiali, senza mai uno sprazzo di luce, di contemplazione, di infinito, diventiamo simili a oggetti, governati dalla sola legge di gravità che ci appiattisce alla terra. Eppure noi viventi siamo fatti della stessa materia delle stelle e alle stelle va implicitamente il nostro «desiderare» {de sideribus). Un altro poeta, l’inglese William Blake ci invitava a «vedere il mondo in un granello di sabbia, / il firmamento in un fiore di campo, / tenere l’infinito nel cavo della mano, / l’eternità in un’ora».

(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)