Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL BACIO E IL CANNONE”
IL BACIO E IL CANNONE
Il rumore di un bacio non è come quello di un cannone, ma la sua eco dura molto più a lungo.
Oliver W. Holmes
La riflessione di oggi
Me l’ha fatto conoscere la figlia di miei amici che si è laureata proprio su questo libro dal titolo inglese stravagante, The Autocrat of the Breakfast Table (L’autocrate del tavolo della prima colazione). È una miscela di saggi e riflessioni volutamente un po’ snob di un professore di anatomia dell’università americana di Harvard divenuto scrittore, Oliver W. Holmes (1809-1894). Mi colpisce la frase paradossale che sopra ho tradotto perché si fonda su un contrasto estremo: che cos’è mai, infatti, lo schiocco di un bacio rispetto all’esplosione di un proiettile? Eppure c’è una differenza che non è più quantitativa ma qualitativa. Distruggere è un atto facile e primitivo, creare è un’azione complessa e suprema. Il colpo di cannone che spezza un albero o, peggio, annienta una persona è un dato brutale e istantaneo, ma far rinascere e crescere una pianta o una vita umana è un’opera grandiosa e immensa.
Così, il bacio nella sua semplicità e fragilità riesce a creare e a esprimere una storia delicata e ricca di eventi, di emozioni irripetibili, di segreti: è una realtà quantitativa minima che ha in sé una costellazione immensa di valori. Per questo alla potenza bisogna preferire la bellezza, alla forza l’amore. Il distruggere semina solo silenzio e morte ed è un gesto sbrigativo e bestiale; l’amare è un’esperienza lenta e dolce che genera vita e prodigi. La brutalità non sarà mai capace di far rifiorire ciò che ha annientato; la tenerezza e l’umanità sanno compiere il miracolo della vitalità, della bellezza, della creazione. Purtroppo tutta la luce dell’amore non riesce ad arrestare la tenebra della violenza; ma quella stessa luce riesce a rigenerare ciò che la violenza ha abbattuto dimostrando così che l’amore ha l’ultima parola sempre.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori