Dieci minuti con se stessi – argomento: “GIUSTIZIA E PIETA'”
L’argomento di oggi
GIUSTIZIA E PIETÀ
Non conoscono la pietà, conoscono solo la giustizia: per questo sono ingiusti.
Fedor M. Dostoevskij
La riflessione di oggi
Aveva conosciuto nella sua stessa carne gli artigli di una giustizia ingiusta, quella zarista: il grande scrittore russo Dostoevskij, autore della frase che oggi proponiamo, era stato infatti condannato a morte a 28 anni, ma nel giorno dell’esecuzione era giunta la grazia dello zar – la pena capitale era una sorta di atroce messinscena – che commutava la condanna in quattro anni di lavori forzati. La giustizia dei tiranni non conosce la pietà e spesso neppure la verità. È per questo che nelle società civili la pena non dev’essere solo punitiva ma anche educativa, ed è per questo che sono contemplati gli istituti giuridici delle attenuanti, delle pene alternative, delle amnistie, delle «grazie» e così via.
Certo, la finalità pedagogica non deve elidere la necessità dell’espiazione del delitto; il rispetto della persona del criminale non può ignorare le esigenze della riparazione per la colpa commessa. Ma, detto questo con vigore anche per il giusto rispetto delle vittime, non è umano infierire o ignorare l’appello all’umanità, alla pietà, alla tutela della dignità personale, sia pure quando siamo di fronte al criminale più abietto. Ma, a livello più modesto e quotidiano, è necessario che noi tutti abbiamo sempre a coniugare nel nostro comportamento le esigenze della verità con la generosità della misericordia, il rispetto della giustizia col riconoscimento della fragilità e debolezza umana che fa scattare la pietà e il perdono. Il filosofo cattolico francese Jacques Maritain osservava: «Se non è tenuto sveglio da una comunione dolorosa con tutti i sofferenti e i maledetti della vita terrena, il cristianesimo rischia di addormentarsi su quello stesso amore che ha ricevuto».
(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)