Dieci minuti con se stessi – argomento: “GENTILEZZA”
L’argomento di oggi
GENTILEZZA
La gentilezza è la carità nelle piccole cose. / La cortesia è per la natura umana quello che è il calore per la cera.
Henry Drummond / Arthur Shopenhauer
La riflessione di oggi
Sul Lungotevere gli alberi secolari che si piegano verso l’argine del fiume lasciano poco spazio ai pedoni: un giovane si ferma e mi fa segno di passare per primo, salutandomi. Può essere banale: eppure è un atto che quasi mi commuove, abituati come si è ormai a ragazzi sgarbati, a adulti maleducati e a vecchi lagnosi e recriminanti. Ecco, allora, la necessità di riproporre una parola semplice eppure del tutto irrisa ai nostri giorni, la gentilezza o, se volete, la cortesia. Come dice la battuta dell’autore scozzese Henry Drummond (1851-97) che ho citato oggi in apertura, il garbo è un lineamento della carità, virtù solenne che però si misura soprattutto nelle piccole cose. Sì, perché amare vuol dire anche trattare l’altro con rispetto, vuol dire affabilità, attenzione, riguardo, finezza, insomma quelle che una volta si chiamavano le buone maniere o la buona educazione.
Prima di tante belle parole sul sociale, sul volontariato, sull’impegno – cose tutte sacrosante – insegniamo ai ragazzi (e a noi stessi) questa modesta fisionomia della carità che si chiama appunto gentilezza. E scopriremo anche la verità della seconda citazione che oggi ho proposto, desunta dal più paludato scritto Parerga e paralipomena (1851) del filosofo Arthur Schopenhauer. Come il calore riesce a sciogliere la cera (e il ghiaccio), così – come è accaduto a me sul Lungotevere – un piccolo gesto di cortesia riempie l’animo di simpatia, di cordialità, di fiducia nei confronti dell’altro. E se proprio siamo insensibili e un po’ calcolatori, pensiamo almeno al monito realistico del Galateo di monsignor Della Casa: «Chi sa carezzar le persone, con piccolo capitale fa grosso guadagno».
(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)