Dieci minuti con se stessi – argomento: “L’ABITUDINE”

07 Ago

Dieci minuti con se stessi – argomento: “L’ABITUDINE”

 

L’abitudine

«Non vi è nulla di così assurdo che l’abitudine non renda accettabile».

Erasmo da Rotterdam

 

Ogni giorno un uccello trovava requie sui rami secchi di un albero solitario in mezzo a una pianura desertica. Un giorno passò proprio là una tromba d’aria che coi suoi fulmini incenerì quell’albero. L’uccello fu costretto a volare a lungo. Alla fine, spossato, giunse in una foresta di alberi carichi di frutti. È una mamma che sta leggendo questa favola a un suo bambino, mentre viaggiano di fronte a me su un treno da Roma a Firenze. La morale non è più di tanto esaltante: è quella dell’adagio secondo il quale «non tutti i mali vengono per nuocere». Ma io provo a pensare a qualcos’altro, lasciandomi condurre anch’io dal fascino dell’ascolto di una voce di madre: quell’uccello non avrebbe mai rinunciato alle sue abitudini, alla sicurezza e alla modestia di un’esistenza monotona, se non ci fosse stata quella bufera e quella perdita a prima vista devastante. La tempesta può generare lo scotimento dell’inerzia, fa imboccare il rischio, lasciando alle spalle la routine, la dipendenza e l’assuefazione. È l’aprirsi di un orizzonte inatteso e inaspettato. Nei suoi Colloqui, il grande umanista Erasmo da Rotterdam portava alle estreme conseguenze questa idea: «Non vi è nulla di così assurdo che l’abitudine non renda accettabile». Certo, c’è anche l’aspetto positivo della forza di sopportazione dei mali che l’assuefazione produce. Ma l’elemento più pericoloso che trascina in sé è quello dell’accettazione, della caduta del desiderio di cercare qualcosa di più alto, è il non sospettare che ci sono mete più grandiose da conquistare. Infrangere i fili che legano piedi e mani e avviarsi in un lungo cammino è più faticoso di quanto s’immagini, tant’è vero che lo scrittore francese Courteline scherzava dicendo che «si cambia più facilmente la religione che il caffè»!

(Mons. Gianfranco Ravasi – “il mattutino – Avvenire.it)