Dieci minuti con se stessi – argomento: “CANTANDO”
L’argomento di oggi
CANTANDO
La cosa più bella al mondo: una bimba che ti chiede quale sia la strada e che riparte cantando dopo che gliel’hai indicata.
Haiku giapponese
La riflessione di oggi
In giapponese esiste un sorprendente genere poetico detto haiku: esso si compone di sole 17 sillabe distribuite in tre versi. Come si può immaginare, è una sorta di illuminazione, un’immagine essenziale che subito scolora, ma lascia una traccia nell’anima. Ho proposto oggi uno di questi componimenti perché la sua purezza e semplicità ci rendano più sensibili alle piccole cose che di solito ignoriamo o calpestiamo. L’elemento che vorrei esaltare in questa che è sostanzialmente una pennellata poetica è nel finale: hai mostrato alla bambina la strada giusta ed essa non vi si avvia soltanto ma la percorre cantando.
È, questa, la dote più bella dell’infanzia, la fiducia gioiosa, l’attesa fremente, la capacità di sperare e sognare. Certo, le disillusioni a noi hanno insegnato la cautela e persino il sospetto; anche questa bimba, prima o poi, conoscerà la frustrazione e la diffidenza. Ma la sua lezione non deve essere ignorata (il pensiero va all’evangelico «Se non diventerete come i bambini…»). Dobbiamo qualche volta di più scoprire il fiore che sboccia nella crepa di un asfalto, il frammento di gioia intessuto nella pesante quotidianità, lo squarcio di luce nella nuvolaglia. Il drammaturgo tedesco Bertolt Brecht in una sua poesia si domandava: «Nei tempi oscuri si può ancora cantare?» e rispondeva: «Allora si deve cantare dei tempi oscuri». Anche il dolore – come avviene nei Salmi – può diventare poesia, canto, liberazione e forse quello è il canto più alto e intenso.
(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)