Dieci minuti con se stessi – argomento: “CANDELE ACCESE”
CANDELE ACCESE
Come una candela ne accende un’altra e così si trovano accese migliaia di candele, così un cuore ne accende un altro e così si accendono migliaia di cuori.
Lev Tolstoj
La riflessione di oggi
Anche per chi non crede, il Venerdì Santo – che di solito cade cronologicamente in questo periodo dell’anno – è un simbolo di morte per amore, è un emblema di donazione e speranza, nonostante l’apparente prevalere dell’odio e della violenza. Per questo, Natalia Ginzburg invitava a non togliere il Crocifisso dai luoghi pubblici perché non è solo un segno cristiano ma un messaggio universale destinato alle vittime e ai carnefici. Abbiamo voluto affidarci qui a una famosa frase del celebre scrittore russo Tolstoj (1828-1910), proprio per esaltare la forza irradiante dell’amore. Basta avere solo una piccola fiammella per creare un prato di luce con mille candele accese. È sufficiente una scintilla a incendiare una massa enorme di legna.
Se riusciamo a seminare un po’ d’amore attorno a noi, non è certo un risultato di poco conto. Equivale a far germogliare un albero che poi crescerà, come aveva detto Gesù con la parabola del granello di senapa. Spesso a raggelare il mondo nella morsa dell’odio è proprio la rassegnata e passiva convinzione che una piccola cosa fatta da uno solo non serve a nulla. Si dice: rinunciare a qualcosa da donare a chi ha fame è inutile perché i problemi della miseria sono strutturali, clamorosi e insuperabili. E così si demanda ad altri l’impegno, in una catena di omissioni e di indifferenza, lasciando che invece affaristi, speculatori, fabbricanti d’armi imperversino senza ostacoli. Accendere migliaia di cuori è possibile non con generici appelli universali ma iniziando dal vicino a cui si perdona, dal povero a cui si dona, dall’infelice che si consola. L’amore – purtroppo come l’odio – è diffusivo: perché non lo accendiamo così che si effonda e diffonda?
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori