Dieci minuti con se stessi – argomento: “A SCOPO DI LUCRO”
A SCOPO DI LUCRO
La sapienza e la giustizia cominciarono ad abbandonare la terra allorquando i dotti, organizzati in sette, cominciarono a usare la loro dottrina a scopo di lucro.
Giordano Bruno
La riflessione di oggi
Intelligenza irregolare ma geniale, vita tormentata e inquieta, opere segnate dall’intuizione più sfrenata e dalla polemica più aspra: sono queste alcune delle caratteristiche del filosofo e scrittore Giordano Bruno (1548-1600), divenuto un simbolo «laico» della libertà di pensiero, soprattutto a causa della sua fine sul rogo di Campo de’ Fiori, a Roma, a opera dell’Inquisizione. In un saggio dedicato alla sua figura trovo questa sua frase, un po’ ripulita dall’italiano arcaico, e credo meriti una riflessione. Partirò da un dato personale, che ha però una collocazione in un ambito comune: mi è accaduto che, richiesta la mia presenza per una conferenza (soprattutto all’estero), mi si domandasse subito la tabella delle tariffe che applicavo.
Alla mia risposta negativa stupita mi si ribadiva che questa è la prassi ormai consolidata. Certo, capisco che anche gli intellettuali devono mangiare e vestirsi, ma è la brutalità della riduzione della «dottrina a scopo di lucro» che impressiona. Giordano Bruno coglie, dunque, nel segno proprio con questa espressione comune, «a scopo di lucro». La società contemporanea ci ha ormai abituati a dare un costo a tutto, anche alle realtà spirituali, al punto tale che è ormai legge quello che Ignazio Silone metteva in bocca a uno dei suoi «cafoni» di Fontamara: «Se è gratis, c’è l’inganno». Abbiamo perso il senso del gratuito e tutto viene compiuto secondo un calcolo, esplicito o implicito. È per questo – come dice Bruno – che sapienza e giustizia sono così rare e il dono libero e puro è quasi un miracolo.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori