Dieci minuti con noi stessi – argomento: “PASSEGGIANDO”
PASSEGGIANDO
Nelle azzurre sere d’estate, me ne andrò per i sentieri, punto dalle spighe, calpestando l’erba tenera: sognando, ne sentirò ai miei piedi la freschezza. Lascerò che il vento avvolga la mia testa scoperta. Non parlerò, non penserò a nulla. Ma nell’anima mi salirà l’amore infinito e andrò molto lontano, passeggiando come un vagabondo, attraverso la Natura, felice come con una donna.
Arthur Rimbaud
La riflessione di oggi
Per questo inizio d’estate ho tradotto, senza i tradizionali «a capo», una poesia di Arthur Rimbaud, grande poeta francese dell’Ottocento, intitolata Sensazione. Le emozioni che essa descrive sono immediate, eppure avvolgono tutto l’essere umano penetrando nelle profondità dell’anima, creando pace e serenità e, alla fine, fiorendo in un «amore infinito». Questa esperienza, ritengo, è facilmente comprensibile; tuttavia non è praticabile agevolmente ai nostri giorni. Innanzitutto perché, per trovare campi di grano, prati in fiore, silenzi maestosi, bisogna fare lunghi percorsi stressanti in auto rischiando anche di finire in mezzo a picnic rumorosi e sguaiati.
Inoltre non si è più abituati a un atto che nel mondo greco era coniugato con la stessa filosofia, il passeggiare: si trattava del «peripatetismo» che significava appunto un percorso pacato trasformato in metafora della ricerca del pensiero, al punto tale che si era configurata una scuola detta «peripatetica», quella dei discepoli di Aristotele. Ed è paradossale che, nei nostri tempi più banali e volgari, sia divenuto un termine per designare le prostitute, le «passeggiatrici» appunto. In realtà il vero «passeggiare» dovrebbe essere un antidoto alla frenesia della vita moderna, un’oasi per riflettere, una parentesi per guardare il mondo e comprendere gli altri. È questo che ci manca per ritrovare pace e vincere l’inquietudine e la tensione.