Dieci minuti con noi stessi – argomento: “OCCHI DI DONNA”

26 Lug

Dieci minuti con noi stessi – argomento: “OCCHI DI DONNA”

OCCHI DI DONNA

Ci sono certe cose dove l’occhio femminile vede sempre più acutamente di cento occhi maschili. Gotthold Ephraim Lessing

La riflessione di oggi

Un proverbio orientale dichiara che «gli uomini si innamorano con gli occhi, le donne con le orecchie» e in questo rivelano certamente più intelligenza. Infatti, gli occhi si fermano alla pelle, alla superficie della persona, alla sua apparenza più o meno attraente, mentre gli orecchi colgono i discorsi, i ragionamenti, i pensieri e, quindi, le qualità della mente e dell’anima. Non so se le cose – almeno oggi – stiano effettivamente così, soprattutto quando, passando per caso davanti a qualche locale o boutique alla moda, si vedono folle di ragazzine urlanti e gracidanti perché sul tappeto rosso appare l’ultimo divo televisivo o un cantante famoso. A proposito di occhio femminile, oggi ho, invece, trascritto una battuta del dramma Il libertino dell’autore tedesco settecentesco Gotthold Ephraim Lessing, celebre soprattutto per il suo Nathan il saggio sulle tre religioni monoteistiche. La sua è un po’ l’esaltazione di quello che Giovanni Paolo II ha chiamato «il genio femminile», che è soprattutto una più intensa capacità intuitiva. Gli occhi in questione sarebbero, quindi, quelli dell’anima che sanno perforare la realtà e penetrare in profondità, scavando anche il recondito, il mistero, il segreto ultimo delle cose e delle persone. È, questo, un dono prezioso che anche noi maschi dovremmo sforzarci di acquisire attraverso una maggiore introspezione e sensibilità, arricchendo di qualche diottria in più la nostra vista interiore. Ho voluto comporre una riflessione al femminile, anche come augurio a tutte le donne che portano il nome di Anna, la madre di Maria, stando almeno ai Vangeli apocrifi, una santa che è ricordata oggi dal calendario con suo marito Gioacchino. Un nome che in ebraico è l’abbreviazione di «Giovanna» e che rimanda alla «grazia» divina donata alla creatura.

(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)