Dieci minuti con noi stessi – argomento: “CUORI COME BOCCALI”
CUORI COME BOCCALI
Cuori come boccali dai quali si beve. Si può prenderli dal petto e porgerli all’altro per bere. Si può dare in pegno il proprio cuore a un altro, inserendolo in lui. Chi ama va in giro con un cuore altrui. Chi muore porta con sé nella tomba il cuore di un altro e il suo continua a vivere in un’altra persona.
Elias Canetti
La riflessione di oggi
Le sue annotazioni erano spesso intinte in un’amarezza che nasceva dalla sua storia tormentata di ebreo bulgaro di lingua tedesca, vissuto in giro per l’Europa. Parlo dello scrittore Elias Canetti, morto a Zurigo nel 1994 a 89 anni. Le sue righe che ho sopra citato hanno, però, un sapore diverso, rivelano una sorprendente dolcezza. Quando si è assetati non nella gola ma nell’anima, trovare un amico che ti offra il cuore dell’affetto e dell’ascolto è come bere a un boccale di vita. Ancora: si fanno da anni i trapianti di cuore; ma è possibile che questa donazione avvenga anche nell’esperienza umana, quando uno si dona con amore a un’altra persona e in quel momento il suo cuore, cioè la sua intimità profonda, è inserito nell’altro.
C’è, però, un’altra osservazione che fa Canetti e che ben s’adatta ai prossimi giorni, tradizionalmente dedicati alla memoria dei defunti. Due persone che si sono amate tutta la vita, quando giunge la morte, sentono una lacerazione terribile. Eppure, prescindendo dalla stessa speranza dell’immortalità, esse sanno che «l’amore è forte come la morte» (Cantico 8,6). Colui che rimane sulla terra ha ancora il cuore dell’altro; e chi è oltre la soglia della morte ha in sé il cuore di chi continua a vivere sulla terra. Per questo il Dio eterno è definito da san Giovanni semplicemente Amore.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori