XXI domenica del Tempo Ordinario – “Chi sono io …?”

27 Ago

XXI domenica del Tempo Ordinario – “Chi sono io …?”

 C’è un cammino per essere se stessi:
passa attraverso il riconoscersi, in Cristo,
“Figli dell’uomo” e “Figli di Dio”
                                           

               

 

Colore VERDE (anno A)

XXI DOMENICA del

TEMPO ORDINARIO

 

“CHI SONO IO  …”

 

CANTO DEL VANGELO (Mt 16,18)

Alleluia, alleluia.
Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

Alleluia.

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VANGELO (Mt 16,13-20)
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

 

Parola del Signore

Lode a te o Cristo

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COMMENTO (Spunti da don Luca Garbinetto)

Si inizia a vivere la propria umanità solo quando si ha il coraggio di rispondere alla domanda: “Chi sono io?”. È una ricerca che lascia in noi ferite e fallimenti, delusioni e cadute che ci fanno abbandonare  il naturale ottimismo dell’infanzia.

Ma … è attraverso esperienze dolorose e incontri decisivi che possiamo  dare senso al nostro essere al mondo.

Cosa ci sto a fare? Perché qui e non altrove? Come mai questi doni e questi limiti? E perché la mia sofferenza e i segni che bruciano nella carne e nell’anima?

Anche Gesù, “Figlio dell’uomo”, è passato attraverso questa ricerca di sapere “chi è” e “cosa ci sto a fare qui “, come tutti noi. Nessun privilegio!

La risposta a questa domanda c’è  ed è urgente. È una risposta che ognuno deve dare nel proprio intimo, ma non da solo.

Sta tutta qui, forse, la Buona Notizia del Vangelo di oggi: la risposta la si trova nella relazione, in comunità, mai da soli.               

Non sono gli altri che mi dicono chi sono; gli altri, però, mi aiutano a scoprirlo.

È così per tutti, è stato così anche per Gesù, al quale la propria umanità, il proprio essere “Figlio dell’uomo” si è svelato mano a mano, nel corso della vita, nelle relazioni famigliari e amicali, nel lavoro domestico e di carpentiere, nella frequentazione delle tradizioni culturali e religiose del suo popolo, nel tentativo di leggere il senso di avvenimenti belli e brutti della storia del suo tempo e della sua terra …

Ora … nell’episodio che leggiamo oggi, da Simon Pietro gli viene riconosciuta anche la propria divinità: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Che gioia deve aver provato Gesù in questo riconoscimento!

Rispondendogli Gesù chiama Pietro “beato”: gli riconosce di aver fatto, pur tra alti e bassi, un cammino di fede, di aver riallacciato una relazione vera con Dio, che gli permette di essere se stesso in rapporto agli altri (ecco perché “beato”) e di riconoscere la vera identità dell’altro, in questo caso di  Gesù,  come il Figlio, il primogenito di un Padre  che chiama tutti ad essere suoi figli.

Simon Pietro è descritto da Gesù, non come l’uomo autosufficiente, autoreferenziale, che si fa da sé, ma come l’uomo che nella relazione con Dio riconosce se stesso come “figlio”, “figlio dell’uomo” ma anche  “figlio di Dio”.

È nel dono di saper mettere insieme terra e cielo che si sciolgono  i nodi delle inquietudini e sofferenze umane, si vincono le potenze degli inferi, si creano legami che edificano la Comunità che da sempre sogna Dio:  un’umanità nuova, riconciliata, fraterna.

La Chiesa di Cristo non può che essere  al servizio di questo sogno.