XXIII Domenica del Tempo Ordinario – “IL SOGNO DEL CRISTO”

10 Set

XXIII Domenica del Tempo Ordinario – “IL SOGNO DEL CRISTO”

 

«Il sogno del Cristo non è una “Comunità” in cui
non ci sono diversità e divergenze,
ma una “Famiglia” in cui si è attenti gli uni agli altri,
in cui ci si aiuta a riconoscere Dio come Padre».

                                                       

 

Colore VERDE (anno A)

 XXIII DOMENICA del

TEMPO ORDINARIO

 

“IL SOGNO DEL CRISTO …”

 

CANTO DEL VANGELO (2Cor 5,19)

Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.

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VANGELO (Mt 18,15-20)
Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Parola del Signore

Lode a te o Cristo

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COMMENTO(di  don R. Seregni)

La scorsa settimana ci siamo lasciati sulle parole esigenti del Rabbì di Nazareth che invitavano Pietro, e tutti noi suoi discepoli, a prendere la croce e seguirlo. Oggi la Parola ci mostra concretamente come incarnare questo invito di Gesù.
Siamo al capitolo diciottesimo di Matteo, quello che racchiude il discorso sulla comunità. Tra queste righe troviamo il sogno di Gesù e le sue indicazioni per una comunità che vive nel mondo come segno luminoso dell’amore.
Il tema è scottante e sempre attuale: la correzione fraterna. Lo stile di fraternità che propone Gesù è stupendo: delicatezza, discrezione, pazienza e gradualità. Quanto siamo lontani da questo! Quanto ancora ci dobbiamo nutrire della Parola per costruire delle comunità dove ci si aiuta a crescere e non a deprimersi davanti agli errori; dove ci si dà una mano a migliorare e non si punta il dito contro chi ha sbagliato; dove si impara a parlare con amore e non solo a sparlare con malignità e presunzione.
Di questo insegnamento di Gesù mi colpisce soprattutto la delicatezza. Se accendo un faro da stadio alle spalle di un fratello che voglio correggere, non farò altro che proiettargli delle ombre distorte; se glielo punto negli occhi finirò per accecarlo. Se voglio veramente aiutarlo a capire
il suo errore, forse conviene fargli dono di una bella candela o di una torcia, così che possa far luce sul suo cammino…
Gesù sogna una comunità di fratelli e sorelle che intrecciano rapporti autentici, seri, esigenti, appassionati, fondati sul Vangelo e non solo persone che condividono uno spazio o un ideale di vita. Il Vangelo di oggi ci mette in guardia dal rischio di chiamare comunità ciò che in realtà è solo una convivenza…
Gesù dice che dove due o tre sono riuniti nel suo nome Lui è in mezzo a loro. Questo ci fa stare tranquilli, perché non dice “dove due o tre santi…” o “dove due o tre perfetti”. La presenza palpitante del Signore è offerta a tutti, non è questione di numero o di merito. L’unica condizione è essere riuniti nel Suo nome. Allora mi viene spontaneo chiedermi: le nostre comunità nel nome di chi si raccolgono? In nome dell’abitudine? Della tradizione? Della visibilità? O nel nome di Cristo e della sua Parola infuocata di passione per la fraternità?
Coraggio, cari amici! Aiutiamoci a camminare in compagnia del risorto, sosteniamoci nelle fragilità e nelle cadute, teniamo vivo in noi il sogno di Gesù!