IV DOMENICA DI PASQUA

17 Apr

IV DOMENICA DI PASQUA

Colore liturgico BIANCO (anno C)

 “NELLA MANO DI DIO”

 VANGELO (Gv 10,27-30)
Alle mie pecore io do la vita eterna.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore
Lode a te o Cristo

COMMENTO di don R. Seregni

Seguimi, ha detto il Risorto a Pietro.
Seguimi come sei, con la tua fragilità, con le tue paure, con i tuoi slanci e le tue cadute.
Seguimi, fidati, perdonati i tuoi tradimenti, lasciati raggiungere, lasciati amare.
Seguimi, ha detto il Risorto a Pietro e lo dice, oggi, a ciascuno di noi. Come il focoso ex-pescatore di Cafarnao, anche noi siamo chiamati a ricentrare la vita su di Lui, il Risorto, il pastore.
Ci sono delle occasioni della vita in cui ci sembra davvero di essere strappati a noi stessi, di perdere ogni riferimento, di soffocare. Una malattia, un fallimento, un litigio, un allontanamento e tutto cade, tutto si svuota. Gesù, oggi, ci lancia un messaggio di speranza e di bellezza.
Dalla Sua mano nessuno potrà rapirci.
Sì, c’è un posto sicuro, c’è un accoglienza gratuita, c’è una custodia affidabile. Per te.
Spesso lo diciamo: “Siamo nelle mani di Dio!”. Ma ci crediamo davvero? Davvero affidiamo la nostra vita alle Sue mani?
Mi viene in mente l’avventura della liberazione di Israele: “Eravamo schiavi del faraone in Egitto e il Signore ci fece uscire con mano potente” (Es 6,21). Questa mano, quella che liberò dalla schiavitù i figli di Abramo, è la mano che si prende cura di noi. Di che cosa possiamo aver paura? Cosa può farci stare in ansia? Anche noi abbiamo le nostre schiavitù: un relazione che non funziona, un lato del nostro carattere che rischia di essere troppo ingombrante nella relazione di coppia, una passione che può diventare un vizio, un passo che non riusciamo a compiere… Quella mano può salvarci da tutto questo, può ridarci quella libertà che ci permette di essere uomini e donne autentici e felici.
Mi viene in mente il profeta Isaia: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato” (Is 49,15-16). Il nostro nome sta su quella mano, come un tatuaggio indelebile, come un ricordo eterno. Siamo radicati in Lui, piantati nella sua mano, custoditi dalla sua potente tenerezza.
Animo, fratelli! Il Signore è Risorto, è vivo in mezzo a noi e ci invita a credere che la nostra vita, tutto di noi, è al sicuro nelle sue mani.