DOMENICA V DI QUARESIMA

02 Apr

DOMENICA V DI QUARESIMA

Colore liturgico VIOLA (anno A)

 “NUOVA VITA …”

 VANGELO (breve: Gv 11,3-7.17.20)
Io sono la risurrezione e la vita.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Parola del Signore
Lode a te o Cristo

COMMENTO

L’evangelista Giovanni completa la “trilogia della vita”: con la samaritana Gesù era “ACQUA VIVA” con il cieco era “LUCE” oggi, nell’episodio di Lazzaro è “VITTORIA SULLA MORTE”.
Così la Chiesa ci introduce nel mistero della Pasqua del Cristo, che riguarda il compiersi della nostra stessa umanità: PASQUA è PASSAGGIO e la nostra umanità si compie in continui passaggi dalla morte alla vita.
Pasqua è mistero di morte che nessuno può evitare; sono coinvolti coloro che dicono di credere in Dio e coloro che dicono di non credere. Anzi, le molte esperienze di morte, con le quali la vita ci prova, diventano spesso il motivo per cui si arriva a dire che Dio non esiste o, se esiste, è perlomeno un dio indifferente.
Nel vivo di queste esperienze possono non bastare risposte “da catechismo” che rimangono nozioni imparate: “Risorgeremo!”. È troppo poco rimandare ad un futuro incerto e sconosciuto la risposta al dolore e alla morte che viviamo nell’oggi.
Nell’episodio di Lazzaro, Giovanni ci presenta Gesù come la risposta. Se tu fossi stato qui – dice Marta – mio fratello non sarebbe morto. Parole che rivelano lo sconforto e l’impotenza di chi si sta confrontando con il dolore delle cadute, degli inverni, degli abbandoni e della morte. E rimane fermo al sepolcro, chiuso dalla pietra.
A Marta, Gesù si fa vicino con parole che sono al centro della fede: “Io sono la risurrezione e la vita. Credi tu questo?”. Lei risponde sì, non capendo ancora fino in fondo, forse, il senso di quella frase. Gesù non ribatte, piange e va a quel sepolcro dove si è fermata la speranza per chiedere di togliere la pietra.
Marta, prima si oppone, poi si fida di Gesù e così vede la gloria di Dio, rivede la vita dove c’era morte, assenza di speranza.
La risurrezione di Lazzaro è segno di questa nuova vita.
A questo ci vuole portare Giovanni: a riporre fede in Cristo che ci chiede di “uscire fuori” dalle nostre vite spente, piene di compromessi per rinascere a vita nuova, la vita di Dio: “ Da morti che eravamo ci ha fatti rivivere con Cristo, con lui risuscitati (Efesini 2,5-6)”.
La vita è il tempo per avanzare di risurrezione in risurrezione, verso l’uomo nuovo, verso la statura di Cristo, prendendo coscienza che, con Lui, è possibile che essa sia più salda, più gioiosa, più creativa, più libera: eterna .
Se poniamo fiducia all’amore di Cristo sperimentiamo già adesso il perdono e la risurrezione, e la speriamo anche dopo, perché Chi ci ama non può lasciarci nella morte.
Viviamo in questa prospettiva di luce?!