Dieci minuti con se stessi – argomento: “A DUE A DUE”

15 Mag

Dieci minuti con se stessi – argomento: “A DUE A DUE”

L’argomento di oggi

A DUE A DUE

Il dolore può bastare a sé stesso, ma per apprezzare a fondo una gioia bisogna avere qualcuno con cui condividerla.
Mark Twain

La riflessione di oggi

«Pasqua splendida, Pasqua del Signore, Pasqua! Con gioia abbracciamoci gli uni gli altri!». In questo periodo pasquale segnato dalla festosa allegria dello spirito, come si dice in questo stichirion, l’acclamazione cantata dai fedeli che si abbracciano, secondo il Canone pasquale di san Giovanni Damasceno dell’antica liturgia orientale. Si pensi che nel IX secolo questo e altri simili inviti erano intonati in greco pure a Roma, davanti al Papa, nella liturgia pasquale. Noi, però, per la nostra riflessione ci siamo rivolti a un autore americano spesso ironico, che in passato abbiamo già evocato. Si tratta di (1835-1910) e dal suo Seguendo l’Equatore scegliamo un’acuta annotazione sul dolore e sulla felicità.
Sì, è vero: la sofferenza tende a rinchiuderci a riccio, umiliati e scoraggiati, ed è per questo che bisogna andare in cerca della pecora smarrita, come dice Gesù, ossia rintracciare nelle strade della notte o nei bassifondi della città chi si rintana come un animale ferito. La gioia, invece, ci fa esplodere, è comunicativa, si irradia. Non si può godere da soli, ma si tende a partecipare agli altri la propria festa, come accade appunto al pastore che ha ritrovato la pecora perduta o alla donna che ha recuperato la moneta dispersa nella polvere. E per stare ancora alle parabole di Cristo, qui scatta nell’altra persona un meccanismo perverso, quello dell’invidia: il fratello maggiore non si rassegna a partecipare alla gioia di suo padre e dell’intera famiglia per il figlio perduto e ritornato a casa. È la grettezza, la gelosia, l’egoismo di avere tutto per sé. È importante, allora, saper gioire con chi fa festa e non solo piangere con chi soffre. Infatti, «non verremo alla meta a uno a uno / ma a due a due», cantava il poeta francese Paul Eluard.

 (Mons. G. Ravasi)