III DOMENICA di PASQUA: RIFLESSIONE DI DON FABIO

III DOMENICA di PASQUA: RIFLESSIONE DI DON FABIO

26 APRILE 2020

III DOMENICA di PASQUA

RIFLESSIONI di don FABIO

 

Carissimi,

stiamo camminando, vivendo il tempo di Pasqua, come il riverberarsi del mistero di Cristo Crocifisso e Risorto e accogliendo il dono della pace.

Sempre un cordiale saluto assicurandovi che i vostri volti e le vostre vite sono quotidianamente presenti alla mia persona e al Signore nella celebrazione dell’Eucarestia e nella preghiera.

Un ricordo sempre accorato per i malati, i piccoli e gli anziani e… per la cara Nicole Gandossi che ci ha lasciati a soli 41 anni… a tutti i nostri cari un l’eterno riposo.

Vogliamo ricordare i figli di Nicole : Omar e Sofia (per loro stiamo raccogliendo un contributo, come segno di vicinanza, di amicizia e di carità cristiana).

 

E ora veniamo alla riflessione di questa domenica…

Camminano verso Emmaus di buon passo, quasi a lasciarsi alle spalle non solo Gerusalemme, ma anche il peso della tragedia appena consumata. In poco tempo Giuda ha tradito, il processo ha decretato la condanna e poi su per il Calvario, impotenti, davanti a quella scena orrenda: Gesù inchiodato sulla croce, l’urlo, il cielo squarciato dalla tempesta. E’ tutto finito.

Finita la speranza della liberazione promessa. Finita la scuola di Gesù. Finiti i miracoli.

Di questo parlano Cleofa, il suo amico e uno sconosciuto che si è unito a loro lungo la strada. Cleofa ritorna sempre sulla stessa domanda: perché mai Dio ha permesso che morisse? Perché quella morte così scandalosa? E lo sconosciuto, con pazienza, cerca di curare questa ferita del loro cuore che, lentamente, ha già corroso ogni fiducia, ogni speranza.

Spiega loro gli insegnamenti della Scrittura, ricorda le parole dei profeti, da la chiave di lettura di quell’evento. Ma Cleofa e il suo amico sono chiusi nel loro dolore e nelle loro domande. Resta con noi, perché si fa sera. Chi sono in effetti questi due discepoli?

Siamo noi, quando davanti alle tragedie provocate dalle nostre negligenze, ci chiediamo: Dio dove è? Siamo noi quando rifiutiamo di conoscere la sua presenza attiva nella storia, quando ci sentiamo artefici di ogni progresso e non riconosciamo l’impronta creatrice di Dio. Ogni volta che manchiamo di questa intelligenza che ci fa cogliere la presenza di Dio attorno a noi, ogni volta che ci induriamo nelle nostre sofferenze e chiudiamo il nostro cuore alla speranza, allora siamo noi questi due discepoli increduli.

Ma abbiamo la fortuna di sapere come si può vincere questa incredulità. Così come Cleofa e il suo amico si sono accorti della presenza di Gesù, davanti al pane spezzato, così anche noi possiamo mettere a tacere i nostri dubbi e le nostre domande, risolvere parte della nostra incredulità, incontrando volontariamente e con fede questo Gesù che nell’Eucaristia si fa pane e vino e che si può rivelare in ogni gesto di amore compiuto nel suo amore.

A tutti voi un rinnovato augurio di pace e di bene… con la viva speranza che si possa tornare a respirare aria pura, aria fresca, aria di comunità e poterci ritrovare, salutare, celebrare… sentirci realmente Chiesa viva!

Il Signore Crocifisso e Risorto, per intercessione della vergine Madre, benedica tutti!

Don Fabio